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Le terapie epigenetiche contro il melanoma, la scoperta

Le terapie epigenetiche contro il melanoma, la scoperta

La ricerca dell’Università di Otago spiega perché le nuove terapie antitumorali per aiutare il trattamento del melanoma metastatico non sempre funzionano sui pazienti.

La scoperta apre la strada per predire quali pazienti trarranno beneficio da determinati farmaci.

Aniruddha Chatterjee, ricercatore Senior nel Dipartimento di Patologia che ha già ottenuto il riconoscimento nazionale come uno dei migliori scienziati emergenti, ha condotto il lavoro pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale dalla Cell Press, iScience, insieme ai colleghi Professore Mike Eccles del Dipartimento di Patologia e il Professor Peter Hersey dell’Università di Sydney.

Perché alcuni farmaci antitumorali non funzionano su molti pazienti? Il contesto

Le scoperte dello studio hanno chiarito la necessità di chiarire perché le nuove terapie con inibitori del checkpoint immunitario come nivolumab e pembrolizumab – approvate dal governo della Nuova Zelanda per la prima volta nel 2016 per il trattamento del melanoma metastatico – non funzionano su molti pazienti.

I nuovi farmaci immunoterapeutici annunciano infatti un progresso significativo in una cura per il cancro. Tuttavia, mentre possono essere efficaci per alcuni pazienti con melanoma, per altri le terapie non funzionano affatto e la maggior parte alla fine diventano resistenti ai trattamenti di immunoterapia.

La scoperta: la proteina PD-L1 e la modificazione epigenetica

Uno dei componenti chiave del meccanismo del checkpoint immunitario è una proteina sulla superficie delle cellule tumorali chiamata PD-L1 che può potenzialmente essere ricettiva o bloccare l’immunoterapia.

I ricercatori di Otago sono stati in grado di dimostrare che una modifica epigenetica – modifiche del DNA che non alterano direttamente la sequenza, ma cambiano invece la frequenza con cui una cellula utilizza specifici geni – in particolare la metilazione del DNA, influenza se in PD-L1 è espressa la superficie della cellula cancerosa.

Il dott. Chatterjee, che recentemente ha ricevuto una borsa di studio Rutherford Discovery per studiare l’epigenetica delle metastasi, afferma che il melanoma è un problema globale, particolarmente rilevante in Nuova Zelanda, dove ci sono i più alti tassi di incidenza della malattia.

Le considerazioni: i biomarcatori

L’oncologo Chris Jackson, ricercatore presso il Centro di ricerca sul cancro traslazionale dell’Università di Otago, ma non coinvolto in questo progetto, spiega che i “biomarcatori” sono strumenti per selezionare quali pazienti traggono beneficio dalle terapie antitumorali.

“Al momento, non ci sono biomarcatori affidabili per prevedere i benefici della terapia immunitaria nel melanoma e questi sono assolutamente necessari in clinica”, dice il dott. Jackson.

“I biomarcatori aiuterebbero a scegliere quali pazienti potrebbero trarre beneficio e chi no. Molti studiosi in tutto il mondo stanno cercando biomarcatori della terapia immunitaria e questa scoperta di Otago di un marcatore epigenetico appare molto promettente.”

Tuttavia i risultati dovranno ora essere testati nelle persone con melanoma in trattamento per vedere se questo test può farcela. “Dalla teoria alla pratica”, dice il dott. Jackson.

Le terapie epigenetiche contro il melanoma

Il dott. Chatterjee afferma che le terapie epigenetiche potrebbero essere utilizzate negli studi clinici in combinazione con l’immunoterapia nel melanoma per trattare i pazienti. Tuttavia sono necessari ulteriori studi prima che questa possa diventare una possibilità.

Il professor Eccles spiega che è in progetto lo sviluppo di un marcatore di metilazione del DNA che predice la probabilità di pazienti con melanoma di rispondere al trattamento immunoterapico.

“Questo lavoro contribuirà a selezionare la migliore opzione di trattamento per i pazienti e anche a sviluppare nuovi obiettivi per terapie epigenetiche”.

Attualmente non esiste un biomarcatore affidabile in grado di prevedere la risposta del paziente e anche una relativamente scarsa comprensione delle basi per la resistenza al trattamento immunitario del melanoma. C’è uno sforzo globale per svelare i segreti della resistenza all’immunoterapia e i ricercatori di Otago credono di aver scoperto un pezzo chiave del puzzle.

Le conclusioni

I risultati sono stati proclamati dai colleghi dei ricercatori a livello internazionale come “altamente innovativi” e un importante progresso nella comprensione della biologia del melanoma.

Fonti:
https://www.otago.ac.nz/news/news/otago690068.html
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2589004218300762

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