Novità dalla ricerca

Cancro del colon retto: arrivano i “soft-robots” e le “robot-capsule” che sostituiscono la colonscopia tradizionale

Biopsia liquida: efficace per il cancro al colon

Negli ultimi anni sono state numerose le novità apportate dalla tecnologia in ambito oncologico. In particolare nel tumore del colon-retto si sta assistendo, sia nella fase diagnostica che in quella terapeutica, a progressi inimmaginabili fino a qualche anno fa.

Si pensi ad esempio alla radiomica che consente di analizzare un’enorme quantità di immagini ricavate da TAC e risonanze magnetiche, attraverso l’intelligenza artificiale, per predire se un tumore possa rispondere con successo o meno ad una determinata terapia.

Recentemente inoltre sono stati impiegati, per l’esplorazione endoscopica intestinale, i soft-robot e le capsule-robotiche che sono dei validi dispositivi robot-guidati per applicazioni mediche avanzate.

Vediamo, più in dettaglio, queste ultime rivoluzionarie tecnologie endoscopiche.

 

  1. I Soft-Robots: sono dispositivi progettati per navigare all’interno dell’intestino, anche quando non è perfettamente libero dai prodotti finali della digestione.

A differenza degli strumenti endoscopici tradizionali, i soft-robots sono molto più morbidi e flessibili. Si gonfiano all’interno del colon e avanzano in modo impercettibile, tale per cui il paziente non ne percepisce la presenza quasi fossero metodi d’indagine non-invasivi. Questa tecnologia riduce inoltre la necessità di una tradizionale preparazione endoscopica, come l’assunzione di liquidi in quantità significative, preparazione spesso responsabile della bassa adesione della popolazione ai programmi di screening.

In pratica, i soft-robots rendono la colonscopia molto ben  tollerabile e assolutamente poco fastidiosa.

  1. Le Robot-Capsule: queste capsule, invece di essere ingoiate vengono introdotte a livello intestinale come fossero supposte. Contengono all’interno delle minuscole calamite che risalgono a ritroso lungo il colon, trascinate da un campo magnetico esterno. Un robot controlla, in tempo reale, il campo magnetico generato all’interno dell’addome. In questo modo le capsule eseguono una colonscopia simile a quella standard ma senza il lieve dolore causato dalla spinta dell’endoscopio che si distende gradualmente lungo la parete intestinale.

Questa tecnologia offre un’alternativa decisamente  meno invasiva rispetto a quella tradizionale e quindi risulta ben tollerabile da parte dei pazienti.

In sintesi, questi due avanzamenti tecnologici permettono di semplificare le procedure di prevenzione per il cancro del colon-retto, migliorando significativamente sia la tollerabilità dell’esame che l’adesione dei pazienti ai relativi programmi di screening, passo importante verso una diagnosi sempre più precoce di questa patologia.

Sottoporsi a una colonscopia è indispensabile, dopo una certa età, e ciò salva la vita, ma pochi lo sanno e lo fanno”, ha commentato Alberto Arezzo, professore associato di Chirurgia Generale all’Università degli Studi di Torino e dirigente medico alla Città della Salute e della Scienza del capoluogo piemontese.

“Il problema è che l’esame, ritenuto dai più come fastidioso, richiede una preparazione anch’essa non sempre ben tollerata per via dei liquidi da assumere in discreta quantità. Questo spiega la bassa adesione ai programmi di screening. La tecnologia però sta facendo passi da gigante anche in questo campo”, argomenta il professor Arezzo.

Ci sono due strategie che si possono attuare e che non è detto che, nei prossimi sviluppi, non vengano proposte in maniera combinata.

Per risalire all’interno dell’intestino in maniera tollerabile, non è sufficiente utilizzare uno strumento flessibile, che poi molto flessibile non è. È sicuramente preferibile utilizzare uno strumento “soffice” come l’ormai collaudato “soft-robot”. Ecco quindi che abbiamo sviluppato  dei robot microscopici, dei cosiddetti “eversion devices”, che si gonfiano prendendo forma all’interno del colon e che possono quindi avanzare in maniera del tutto impercettibile per il paziente sotto esame.

La seconda possibilità è quella di usare delle mini-capsule che, invece di essere ingerite vengono introdotte a livello intestinale come fossero supposte. Queste particolarissime capsule possiedono al loro interno dei magneti e risalgono lungo il colon, a ritroso, trascinate da un campo magnetico generato da una calamita permanente esterna, governato il tutto da un sistema robotico collegato ad un monitor per la visualizzazione delle anse intestinali. Così facendo, si esegue una colonscopia in tutto e per tutto simile a quella standard, ma senza il dolore determinato dalla spinta da tergo che distende, gradualmente, l’intestino. Sia i “soft-robots” che le “robot-capsule” sono in grado di navigare all’interno di un intestino anche non perfettamente pulito e di eseguire in maniera molto migliore quello che si chiama il ‘colon wash’. Tradotto: la preparazione per la colonscopia si potrà limitare a una dieta a base di verdure e, magari, a qualche farmaco che renda le feci più soffici.”

Ogni anno viene diagnosticato un tumore del colon retto a 2 milioni di persone nel mondo e in Europa i numeri si attestano fra i 500 e i 600mila, con più di 300mila decessi all’anno. “Questo è inaccettabile e la ragione è una sola: non abbiamo ancora capito pienamente l’importanza del fare lo screening, proposto dal Sistema Sanitario Nazionale a partire dai cinquant’anni d’età, tramite la ricerca del sangue occulto nelle feciconclude, alquanto amaramente, il prof Arezzo.

 

La colonscopia robotica

La Colonscopia Robotica è un sistema di ultimissima generazione che utilizza una tecnologia particolarmente avanzata. Infatti, la sonda endoscopica del sistema per eseguire la colonscopia robotica  ha un diametro di 17 mm ed una lunghezza di 25-43 cm (rispettivamente al minimo ed al massimo allungamento), è collegata alla base meccanica (workstation) mediante un morbido sondino (detto “coda”) del diametro di 7.5 mm che contiene i meccanismi di controllo ed il canale operativo per il passaggio degli accessori (pinza da biopsia, ansa da polipectomia, ecc,). I movimenti della testa e di progressione nel colon vengono gestiti dall’endoscopista tramite una unità di comando esterna (joystick). Ciò permette al colonscopio di avanzare lungo il colon, alla stregua di un “bruco”, in modo autonomo, adattandosi alle sue curve e senza alcuna azione meccanica o spinta dall’esterno.

Per tali motivi il disagio da parte del paziente è minimo o del tutto assente.

 

La chirurgia robotica e i suoi vantaggi

Il tumore del colon-retto è tra i più subdoli e invasivi, specie dopo i 50 anni. Nel 90% dei casi, esso viene originato da un adenoma che si forma nell’intestino, chiamato comunemente “polipo”, che impiega almeno 5 anni per formarsi, 2 per diventare carcinoma localizzato e 3 per potersi convertire in metastasi, anche se non tutti gli adenomi si convertono in tumore e non tutti i tumori formano metastasi. “La prevenzione è possibile grazie agli screening sulla popolazione over50 che prevede un  esame di ricerca del sangue occulto nelle feci, e colonscopia qualora il test risulti positivo – spiega il professor Jacques Mégevand, responsabile di Chirurgia Generale di Humanitas San Pio X, a Milano -. Tuttavia, nel caso in cui il tumore sia già comparso, la sua rimozione radicale è necessaria per la guarigione completa del paziente. Fino a poco tempo fa, l’unica via chirurgica percorribile era la chirurgia tradizionale con taglio dell’addome e, spesso, successiva colostomia permanente, ovvero l’abboccamento del colon sulla cute dell’addome del paziente per favorire lo svuotamento delle feci all’interno di uno speciale sacchettino di raccolta. Oltre alla colostomia, la chirurgia tradizionale aveva un aumentato rischio di compromettere le strutture anatomiche e nervose responsabili della funzione genito-urinaria e sessuale nell’uomo e nella donna, compromettendo così la qualità di vita della persona”.

 

Chirurgia robotica: cosa dicono le evidenze scientifiche?

“Invece, come dimostrato da due recenti studi pubblicati sulla Rivista Italiana di Chirurgia e realizzati in questa struttura milanese – sottolinea il professor Mégevand – la chirurgia robotica presenta minori complicanze rispetto a quella tradizionale. Gli studi, realizzati su un ampio numero di pazienti con tumore colon-rettale maligno suddividi in due gruppi e operati in laparoscopia o in chirurgia robotica di colectomia destra (100 casi) e resezione totale del retto (70 casi), hanno contribuito a fornire maggiori evidenze scientifiche sulla valida alternativa fornita dalla chirurgia robotica rispetto a quella tradizionale o laparoscopica.

Come dimostrano i risultati degli studi, la chirurgia robotica ha molti vantaggi rispetto alla chirurgia tradizionale:

  • Limita i traumi addominali muscolari e nervosi, importanti per un più rapido recupero dopo l’intervento;
  • rispetta e preserva le strutture vascolari e linfatiche che sono importanti per mantenere la funzione del retto;
  • garantisce l’asportazione precisa e radicale del tumore;
  • riduce i tempi di ricovero a circa 5 giorni e le cicatrici a pochi millimetri, giusto lo spazio per l’inserimento degli strumenti ottici e chirurgici necessari all’intervento;
  • permette di arrivare, grazie ai bracci del robot, ad aree del retto difficilmente raggiungibili manualmente dal chirurgo.

In questo modo nella chirurgia del colon-retto – sottolinea l’espertosi evitano complicanze future, come incontinenza fecale o urinaria, e impotenza nell’uomo, che invece di frequente insorgono dopo l’intervento in chirurgia tradizionale. Infine, l’intervento con robot permette di preservare strutture muscolari e nervose che consentono un più rapido recupero e rientro alla vita quotidiana e lavorativa, oltre a un minor dolore post operatorio. Questo, come dimostrato dalla letteratura, favorisce una migliore qualità di vita per il paziente dopo l’intervento”.

 

Articoli d’approfondimento sulla Colonscopia e sulla Prevenzione alimentare del cancro al colon

Ricerca di base e diagnostica oncologica

Colonscopia e appendicite, le possibili correlazioni che non preoccupano – Oncolife

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Prevenzione del cancro e sana alimentazione

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Come alcune piante aiutano contro il tumore al colon – Oncolife

Il consumo di aglio e cipolle può ridurre il rischio di cancro del colon-retto – Oncolife

 

Fonti:

https://www.insalutenews.it/in-salute/cancro-del-colon-retto-arrivano-soft-robots-e-robot-capsula-che-sostituiscono-la-colonscopia-tradizionale/

https://www.lacolonscopia.it/colonscopia/arriva-la-nuova-colonscopia-robotica

https://www.hunimed.eu/it/news/la-chirurgia-robotica-vantaggi-svantaggi-e-applicazione-in-medicina/

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